RAPIDO FUGGE IL TEMPO
I
«Rapido fugge il
tempo…» così canta
il poeta e si tormenta,
furtiva giunge l’alba
e ferisce la notte «dalle labbra
l’anima mia si sporge nel respiro
a cercare la tua…»
II
«Ah, poesia, ti dilegui
nel vento che sussurra alla finestra
di questa casa nuova,
poesia, perché non segui
più i miei passi? mi metti
forse alla prova? oppure qui ti presti
agli inganni ai misteri
dell’amore che assalta
ai suoi furtivi sortilegi e affanni?»
III
Tu non sei dolce non sei remissiva,
poesia, ma sei la luce
che scende fra le torri e sulle prime
tenere foglie, l’ombra
nutrita di silenzio;
sei la coppia di rondini che zirla
allegrezza a primalba
e l’ombra del gabbiano
che nel giovane vento ne minaccia
il volo, se, poesia, tu non sei dolce
e non sei remissiva
ma riflessiva e attenta
alla mia pena perché ora vacilli
o minacci o mi assilli?
IV
Hai detto «la poesia mi sta lasciando
solo, come un amore
troppo timido, un tiepido
slancio di giorni giovani…» ma se
le parole che graffiano
il buio confidenti non smarriscono
quelle piccole chiare
verità che non chiedono clamore
ma silenzio e se sono
luce alla notte che ci incalza –
scrivi
*
Domani è il mio settantacinquesimo compleanno. Ho deciso di festeggiarlo con questa poesia. Bella o brutta che sia.
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