ELEGIA TERZA
III – Contemplazione
D’improvviso l’aria urla…
Scuote gli uccelli sulla mia schiena
ed essi si conficcano nelle spalle, nella spina dorsale,
occupano tutto e non sanno più dove sbattere.
Nella schiena dei grandi uccelli
si conficcano gli altri.
Gomene oscillanti li trascinano,
piante acquatiche.
Non posso più restare in piedi,
ma accasciato su pietre fluorescenti,
mi aggrappo con le braccia al pilastro di un ponte,
arcato su acque inesistenti.
Fiume di uccelli conficcati
con il becco uno nell’altro si agita,
dalla mia schiena si riversa
verso un mare ghiacciato, bianco.
Fiume di uccelli morenti,
sul quale lanceranno barche affilate
i barbari. migranti sempre verso tenute
nordiche e disabitate.
Traduzione dal romeno di Claudio Parenti e Fulvio Del
Fabbro
da Undici elegie, Libri Scheiwiller, Milano 1987
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