ELEGIA I
Era segreto il cammino, favoloso di tristezze divine,
fino alle acque viventi che mi ricordarono un nome,
oh ineffabile! e una piana maniera silente
di raddolcire il pensiero per grazia tenace.
Libere in cielo, le fronde avevan reso alla terra
la primavera trascorsa, molle e dorata umilmente;
il mio passo, esiliato da tanti ieri d'allegria,
vi ha consolato l'affanno che dall'inverno dormiente
mi lanciava verso un aprile incerto, ah! come se avesse
ogni uomo la pace e io solo fossi l'errante.
Sogni per me solamente in presagio e in figura!
Vi si conosce l'anima, già non è sola in attesa;
nel parco fremente dove sembra che stia per rinascere
non so qual iddio trapassato, figlio della fonte e del verde.
Traduzione di Giuseppe E. Sansone
da Elegie di Bierville. Einaudi, 1977
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