OH, TU, LA NON PIU' GRIGIA DELLE SEDIE
Oh, tu, la non più grigia delle sedie,
dal consorte malato,
un grano di pulviscolo,
lo iato,
e la rondine morta.
Tu,
la mummia di segale,
risorta
per pascerti nel fieno,
riposare
il viso e la moneta,
anche tu, pare,
fosti sangue una volta,
rughe come gabbiani,
la tua avvolta
freschezza dei tuoi muti
sedici anni
nuotavi tra i delfini,
coi malanni
nel tramonto del sole.
Fosti
vergine e tigre,
malincuore,
turbolenza dei giorni,
Migrasti su una lacrima
dagli orli
d’orifiamma e di sale.
Ma ora sarai con noi,
fra le lampare
della terra bagnata,
dimentica
di chi ti ha abbandonata
dopo un gioco d’amore.
da Cenere alla cenere, Il Labirinto, 2024
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