LA PRIMA VOLTA
I
dopo
quella mattina con la rosa
(prima:
«salvata dal 63»)
ed
una settimana di amorosa
comunione
e di sguardi dopo le
carezzine
veloci con la scusa
di
darti la tazzina del caffè
o
camminarmi al fianco timorosa
che
qualcuno capisse chissà che
ecco
venuta l’ora tanto attesa:
busso
alla porta e pieno d’ansia aspetto
apri
e m’abbracci finalmente arresa
sul
divano ti stringo non resisto
più,
mi baci ti tocco andiamo a letto?
prima
vai in bagno poi ti spogli assisto
eretto
II
ah
che ore amore! due volte mi sono
piegato
tra le cosce per leccarti
la
fica, la prima con sofferta
pazienza
e perizia: guizza piano
la
lingua sulle labbra già bagnate
sulla
crestina duretta eccitata,
mentre
ti lecco con un dito cauta-
mente
t’esploro: tu già pronta a darti;
la
seconda veloce perché ho fretta
di
prenderti: mi chino e la mia lingua
guizzando
sulla fica apre la stretta
delle
tue labbra dov’è più languida
la
carne e tu già pronta e all’erta
t’offri
ansante così giacendo esangue
aperta
III
eretto
dentro la calda fessura
aperta
sono entrato dopo averla
leccata
e così amore ogni paura
è
svanita ho pensato «com’è bella»
e
mi son detto «vorrei tanto farla
felice»
e ho sospirato «se mi amassi»
però
non hai sentito: eri già nella
piccola
morte, ma fa’ che non passi
l’affanno
dolce del tuo cuore resta
tra
le mie braccia cura la mia smania
mentre
parliamo ce l’ho ancora duro
mi
desideri prendilo ma questa
voglia
non mi dà pace già le mani
ti
toccano ti tengo… ah se il futuro
terminasse
già qui senza l’oscuro
domani
da Sonetti d'amore, di sesso e di morte. Inediti
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