VISTO DA VICINISSIMO
Visto da vicinissimo, il fenomeno rosa
- nel senso vegetale – neanche esiste:
ma fugge in isolati di molecole
per poi precipitare in buia onda
percorsa da un abbaglio di faville.
Basta ignorarlo per celebrare il vuoto
trovando poi al suo posto chissà cosa:
forse l'effigie di uno dei nostri volti
che fluttua al negativo, su un ammasso
di particelle. Sembra fine Ottocento:
vecchi tram a cavallo, le spettrali
ombre di una metropoli
tra quinte in bianco e nero, una fiumana
che s'invortica in tondo, tra fanali
e cappelli: così a volte si sgrana
la pellicola instabile del mondo.
E noi comodi, a bordo di un landò,
fino ai giardini in fondo alla città
per vedere la dama, per ritrovare quella
cui, prima di ogni nascere,
consegniamo la rosa.
(inedita)
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