OH DIMMI, NOTTE AMICA, A LUNGO AMATA
Oh dimmi, notte amica, a lungo amata
tu che mi porti la scena dei sogni
sempre deserta, abbandonata, solo
viva del mio fantasma,
povera ombra triste
sotto il sole di fuoco, in lande aride,
o che sente l’amaro
nella voce d’ogni mistero, dimmi
se lo sai, tu che ho amata a lungo, dimmi
se sono mie le lagrime che verso!
Mi rispose la notte:
Tu non mi hai mai svelato il tuo segreto.
E io non ho saputo
mai se eri tu il fantasma del tuo sogno
né se veniva da te la sua voce
o era quella d’un istrione grottesco.
Dissi alla notte: Amata mentitrice,
conosci il mio segreto;
sai la profonda grotta
dove il mio sogno dà forma al suo vetro
e sai che le mie lagrime son mie,
come conosci il mio vecchio dolore.
Oh no, disse la notte, amato, io
ignoro il tuo segreto,
se anche ho visto vagare quel che dici
desolato fantasma, nel tuo sogno.
Io mi chino sulle anime che piangono,
ne odo la preghiera
profonda, umile e sola,
quella che tu hai chiamata salmo vero;
ma sotto le alte crociere dell’anima
non so se il pianto sia una voce o un’eco.
Per udire il lamento del tuo labbro
t’ho cercato nel sogno
e t’ho visto vagare in un confuso
labirinto di specchi.
Da Solitudini, a cura di Francesco Tentori Montalto, Crocetti Editore,1989
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