venerdì 27 maggio 2011

Fabio Ciriachi



LE RAGIONI DEL DOPO



(E ALTRE POESIE PER ALESSANDRO RICCI)






Rigori

Da dove vieni luce del Novanta-
quattro, casa di Sandro, il Mondiale
USA, l’azzurro di Daniela fianco
a fianco mentre Baggio sbagliava il
rigore, ritorni in quest’ottobre di
spaventi e tenti di convincermi
che non loro - passaggi mai passati -
erano il cuore dell’incantamento
ma un’aria quasi donna che ci amava
soffiando tra di noi tutta presente.


Le ragioni del dopo

Un giorno Sandro s’innamorò
del Marai de Le braci, amava chiunque
amasse quel libro, per questo quando
conobbe S. M. – che, interrogata
su Le braci, gli rispose:
Mi fa pensare al Turgenev
di Padri e figli e anche a Körmendi” –
lui l’amò per sempre, o almeno molto
di più e molto più a lungo
di quanto non l’abbia
riamato lei. Ma chi poteva immaginare
che dietro il suo (di Sandro)
amore per Marai abitasse
quel “15 gennaio 1989: È giunto il momento”
con cui si chiude il diario
di Sandor? E poi il colpo di pistola
del 21 febbraio con cui si chiude
la storia? Né Sandro sapeva
che il 27 agosto dell’anno prima
Sandor aveva scritto – con chiara
disciplina di deluso –
le ragioni del dopo: “Oggi
mi sono mancate molto
la nobiltà e l'eleganza del corpo
di L. Il suo sorriso, la sua voce”.
Ma L. non era S. M. e quando lei,
S. M., lo lasciò, Sandro poté
continuare a vivere, magari
vergognandosi un po’ della propria
incruenta tragedia, magari sognando
un finale alla Sandor o almeno gli stessi
validi motivi
che armarono quella vecchia
mano di non più amato.


Ospedale

Il respiro le voci luce al neon
il corridoio dove passi e passi
come lo passi il tempo come incontri
tutto quello che non hai visto mai?

E quello che già sai come ti aiuta
a sopportare questo tempo nuovo
che non ti lascia diventare vecchio
e benché poco vuole essere tutto?

Da sotto la maschera di ossigeno
hai chiesto della mano di Daniela
hai detto “Sara è brava” e poi “Scusa
se non parlo, mi stanca, parla tu”.

La mano di Daniela è guarita
la Roma non la comprano i russi
Sara ha pubblicato il suo romanzo”
e poi cose di sesso alla noi maschi.

Spenta la radiolina il silenzio
aveva la voce dell’ossigeno
un lieve sfrigolare sopra il letto
e tu pilota astrale di te stesso.

Con fatica “Vai a casa sei stanco”
mi hai detto. E io “Sandrino, sto sempre
in piedi, qui mi posso riposare”.
Hai chiuso gli occhi ho aperto il taccuino.


Morti parallele

Saremo alberi e aria soltanto
e cielo che colora di notturno
il verde attorno al chiaro dei lampioni
sul prato che ne limita il contorno.

Saremo piante, cellule del legno,
contrasto fra colori, puro sfondo,
atomi della voce quando canta
per decifrare silenziosa il mondo.

Saremo strada di casa accogliente
fanali allineati in doppia fila
banche negozi bar quello che serve
ai vivi che attraversano il presente.


Traghetto per la Sardegna

Sembrava stare lì - col suo viso
da vivo - sul morto allinearsi
dei sedili, e forse diceva,
come fosse proprio lui tornato:
Non c'è neppure il minimo spessore”
o anche, protetto da un sorriso:
Deve toccare a noi prima o poi”.
Io, poi, avevo solo guardato
altrove per mettere alla prova
l'incertezza; se Sandro è qui, pensavo,
devo trovare un posto adatto
all'incontro, lo devo preparare
alla mia sventura di troppo amato,
al perdifiato dei delusi
cui non so rinunciare,
ma c'era mare e mare
alle sue spalle, o meglio dietro dove
già non sedeva più nessuno
e nessuna traccia restava dell'amico
né si affacciava ancora il mio stupore
nel credulo fidarsi di una svista
in somiglianza.


Roma

A Trastevere, Ostiense, Salario,
a Monteverde oppure al Nomentano,
a Vigna Clara, Appio, Monte Mario,
a San Lorenzo, Testaccio, Tuscolano,
a Colonna, a Trevi, a Ludovisi,
a Castro Pretorio, al Foro Romano,
anche al Flaminio, Monti, Esquilino,
al Trieste, all’Eur, a San Saba,
al Quadraro, Aurelio, Prenestino,
a Borgo Pio, Magliana, Garbatella,
a San Giovanni come al Laurentino,
a Tor Marancio, Prati, Centocelle,
a Campo Marzio, Celio, Aventino,
a Balduina, Parioli, Tufello,
a San Pietro, Mandrione, Tiburtino,
a Montesacro e sulle consolari,
lungo le mura, sotto gli acquedotti,
a piedi, in autobus, in macchina,
ad ogni ora del giorno e della notte
quante persone che non sono Sandro!




Queste poesie fanno parte della sezione Passaggi mai passati del libro di prossima uscita per l'editrice Empiria che avrà per titolo PASTORIZIA.  

2 commenti:

  1. Che meraviglia, Fabio, quanta tenerezza. Maray me lo regalò al compleanno e lo conservo tra le altre sue cose.
    C'era "un'aria quasi donna che ci amava" e ci pareva.
    Grazie, Claudio.

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  2. Poesie sentitissime, che, almeno a prima lettura, commuovono anche chi, come me, non ha conosciuto Ricci personalmente. A seconda lettura, poi, appaiono in tutta la loro compiutezza.

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