venerdì 24 giugno 2011

Attilio Bertolucci

RIVOLGENDOSI ALLA PROPRIA ANIMA

Tutte le piante che abbiamo amato
tu e io le vere e le dipinte
che s’inverano nel ricordo e s’abbracciano
mortalmente dai muri reclusi

del Palazzo di Giovanni Rossetti
a quelle affaticate del suo parco –
pini innevati da un lungo inverno
e magnolie stuprate nella carne

bambina e già materna in un’estate
che non può non essere fuggevole –
dobbiamo anima mia onorarle
e salutarle forse per l’ultima volta?

Le vedi allontanarsi in senso opposto
a te che t’allontani da loro e si trascinano stormi
di ospiti invadenti da primavere future
in cori assordanti di figure e canti?

Addio e addio ancora sante piante.

da Verso le sorgenti del Cinghio, Garzanti, 1993

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