mercoledì 24 agosto 2011

Francisco Brines


OMAGGIO E RIMPROVERO ALLA VITA


Come mi piacerebbe vederti lì seduto,
appoggiato, ragazzo, al tronco di quel pino,
come nei vecchi giorni già perduti,
sentendo i canti degli uccelli alti
coprire la tua testa,
mentre, di ramo in ramo, scendono dall’azzurro,
e vedere i tuoi occhi neri pensierosi.
E che mi parlassi della vita
con la capacità del tuo entusiasmo.
Espiare la tristezza che ora nascondi,
fino al delirio amare la tua innocenza.
Che così mi guardassi e mi parlassi.
Sentirti a me vicino, eppure estraneo.
E che tu non sapessi chi sono io,
che non mi indovinassi,
non conoscendo, pur se consapevole,
la stranezza e il mistero della vita.
Hai le mani piene dell’oro della luce dei mattini.
Il nome del luogo è oggi uguale a quello di ieri,
ma né tu né io,
né questa casa che amammo, sono gli stessi.
Guarda, altrimenti, le mie mani e dimmi
che è stato di tanta luce e di quelle mattine.

Ma non guardare le ombre sulle mie mani.
Devo ancora venire,
o quel che più mi attrista, te ne sei già andato.


Traduzione di Emilio Coco
da Poeti spagnoli contemporanei, Edizioni dell’Orso, 2008

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