lunedì 19 settembre 2011

Camillo Fonte


ELEGIA A PENELOPE

Ti recai lo stupore d’un ritorno
tardivo, nel quale non credevi:
troppo lunga l’attesa. Da un paese
straniero recavo, straniero
io stesso, temesti,
nuove menzogne e lacrime.

Ma no, cara, sognavo
la quieta forma delle braccia
tue, la bianca tua mano… Se tessevo
anch’io tele d’inganni, se provavo
gli altri e me stesso al gioco multiforme
della vita non era per capriccio.
Qui, amore, il rondone,
volando addormentato sopra cumuli gonfi
di nuova pioggia, qui tornava, al nido
di primavera.

                           Poi la tua, la nostra
stagione ci vinse. Spendemmo
senza risparmio tutti i nostri giorni,
lieti di farlo e fu dolce la notte
scivolare nel sonno come ladri
dopo il furto d’amore. Quanto tempo
ci fu negato (e forse ci negammo)?
Di quanto ci restò non fummo avari.

Così l’amore, il nuovo, il ritrovato
nostro amore quietò le vecchie smanie
mie d’avventura. L’ordine,
la preziosa abitudine fu il vanto
della nostra vecchiaia, fu la gloria
che ancora posso offrirti, oggi, domani.

(inedita)



Camillo Fonte è nato il 1 giugno 1951 all’Aquila; vi è morto, di sua mano, il 21 giugno 1987. Era insegnante di lettere in un istituto tecnico per ragionieri. Poeta conosciuto appena in ambito locale, è del tutto inedito. Quest’elegia è tratta da un poema, L’isola, un’odissea riscritta modernamente, al quale egli stava lavorando al momento della morte e del quale la sola prima parte era conclusa; di una seconda, non restava che il progetto. Mi è sembrata la risposta a quella di Luigi Fenga pubblicata venerdì scorso.

3 commenti:

  1. Piacerebbe, alla redazione, che chi legge questa poesia - come pure quella pubblicata il 4 marzo scorso e il 15 aprile - lasciasse un'impressione o un giudizio sul poeta.

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  2. Ho scoperto solo oggi questo grande poeta: comprando la rivista"Poesia" di febbraio, sono riportate alcune poesie di Camillo Fonte. L'impressione che ho avuta, leggendole, è quella di una stupefacente meraviglia che mi ha portato a cercarne altre. Trovo che questo autore debba necessariamente essere letto: l'anima che rivela, nella scrittura,è quella che fa grande l'uomo. Un sentire mestamente delicatoe profondo. Si parla dell'Odissea ma potrebbe essere non fondamentale questo punto di partenza: si parla dell'uomo, dell'essere che trae dalla vita delle sensazioni, di vita, di morte, di un essere vitale che rinuncia a sè. Vorrei poter comprare il libro di Camillo Fonte, vorrei davvero che fosse pubblicato, anche postumo, perchè penso che lascia, in chi lo legge, una traccia di umanità. Lavinia Frati

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  3. Notevole poeta! Scrittura elegantissima...

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