Le poesie di questa
settimana - oggi un sonetto di Shakespeare, mercoledì la poesia di
Giancarlo Pontiggia che apre la sua raccolta Bosco del tempo e
venerdì una poesia del giovane Massimo Gezzi dal suo libro
L'attimo dopo - sono il seguito ideale di quelle pubblicate
sotto il titolo comune Generazione di foglie.
SONETTO LXXIII
SONETTO LXXIII
Quella stagione in me tu puoi vedere
quando foglie ingiallite, nessuna, o poche, pendono
appese ai rami tremanti contro il freddo,
spogli cori in rovina dove dolci cantavano gli uccelli.
In me vedi il crepuscolo del giorno
che svanisce a occidente dopo sera,
che porta via pian piano notte nera,
simulacro di morte che nel riposo ogni cosa sigilla.
In me vedi quel fuoco che sfavilla
e langue sulle ceneri della sua giovinezza,
letto di morte in cui dovrà spirare
consumato con quel che lo nutriva.
Questo tu percepisci che rafforza il tuo amore,
per meglio amare ciò che presto dovrai abbandonare.
Traduzione di Francesco Dalessandro
William Shakespeare, Complete Sonnets and Poems, Oxford University Press, 2002
Nessun commento:
Posta un commento