venerdì 30 settembre 2011

Massimo Gezzi

QUATTORDICI FOGLIE

Stamattina la luna ha un fumo pallido intorno
e i parabrezza sono carichi di gelo:
le mani cavate dal tepore delle tasche
si arrossano, a graffiarli. Restano quindici foglie
di castagno appese ai rami: quattordici,
quando un refolo più lungo le agita
e ne manda una in terra: cielo concluso,
appuntamento a qualche mese per vedere
di nuovo la piccola mano riformarsi,
dov’era poco fa. Magari fosse questa identica
logica a guidarci: persa una vita
che faceva meno vuoto il nostro corso,
aspettare qualche mese, scrutare negli angoli
o sotto le lenzuola, con pazienza registrare
gli indizi di una nuova comparsa:
i capelli sul cuscino, lo spigolo dei libri sistemati
con cura, il profumo del caffè,
quando siamo ancora a letto.
E invece non c’è nulla,
e nemmeno la foglia che in aprile
tenterà la prima luce sarà uguale
a quella precedente. I rami cuciranno
i loro vuoti in silenzio, non impiegheranno
troppo tempo per capire.


Da L'attimo dopo, Luca Sossella Editore, 2009

Nessun commento:

Posta un commento