mercoledì 7 settembre 2011

Guillermo Carnero


LA POESIA NON SCRITTA

Mi piace contemplarti quando esci dalla doccia
come fanno con Susanna gli anziani della Bibbia.
Dalla porta socchiusa ti spio quando avvolgi
dentro l’asciugamano la coscia o la caviglia,
il seno traboccante oltre il segno del braccio:
odalische di Ingres, pastore di Boucher,
tranquillamente calde ed innocenti,
ninfe di Bouguereau, schiave di Gérôme,
Venere di Cabanel – orizzontale schiuma –,
appetitosamente rotondette.
Avrà un nome la piega dell’ascella
che si apre biforcandosi fra i denti;
la soave paffutezza che circonda
il fregio della calza proprio sotto la natica;
quell’incavo rosato dove finisce l’inguine,
e in brevi cerchi si contrae il pollice
dischiudendo l’astuccio della lingua.
Devo consultare un professore
di anatomia.
                        Tornerò sul tema
quando sarà morta l’arte del desiderio.

Traduzione di Emilio Coco
da Poeti spagnoli contemporanei, Edizioni dell’Orso, 2008


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