mercoledì 21 marzo 2012

Pietro Cimatti


DUE VOCI E CORO


Prima voce
Il mio corpo avanza verso la morte – 
Sa cosa non voglio sapere – Nessuna 
notte ancora era pronta, e non sono forte
così da farla entrare, come ora la luna
entra dalla finestra torturata


Seconda voce
Il mio spirito avanza verso la morte – 
Sa cosa il corpo non vuol sapere – Nessuna
donna era l’ultima ancora, e nessuna forte
così da farmi morire, come ora la luna
muore dietro la nuvola acciecata


Le due voci
Il mio corpo, il mio spirito sanno
cosa non vorranno mai sapere – 
corpo mai vivo, spirito mai morto,
percorro inverni come primavere,
mi nascondo nel fondo delle notti
come il bambino mai vivo e mai morto
si ricopriva di tutto il suo letto
e aveva più sonno che terrore – 
ma aveva già allora imparato a mentire
ma aveva già allora imparato a morire


Coro silenzioso
Nascere è restare solo con se stesso – 
Morire non è immediatezza, né sentire,
Ma un pensare riflesso, che torna in se stesso
Da dove è nato, sempre, per morire – 
Nascere è naturale, morire è se stesso – 
Il luogo, l’ora, il modo sono formalità


(27.3.77)

Da Stanze sulla polveriera, Rusconi, 1978

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