venerdì 21 luglio 2023

Paolo Ruffilli

 

DESTINO

Stava seduta
lì, su quella
sedia, e la
bambina le saliva
addosso, non 
la lasciava
stare. non ce
la faccio, diceva,
sono stanca. E'
meglio andare.

E' il fatto
che si compie
in ciò che,
stante, creduto
per durare
diventa stato
inamovibile
cessato, sì
compiuto e
consumato.

L'ho accompagnata
giù al cancello,
salita in auto
mi salutava
con la mano.
Sparita poi
così dietro
alla curva...

L'accendersi e
lo spegnersi
per caso della
vita, la traccia
luminosa, la
scia che lascia
tutto dietro di
sé, la gioia e il
lutto precipitati
sul filo di
una telefonata.
Non me lo dire,
no. Cosa è
accaduto!

Il termine ridotto
all'incredibile, con
tutti i suoi
sospesi, rimorsi
sottintesi. Un
punto fermo al
resto che si muove,
pensato e ripetuto
pronunciato come
dato impossibile:
mai più. Per ciò
che si poteva
e che non fu.

Via Lattea, n. 6, Luglio-Dicembre 1990

Negli anni Novanta del secolo scorso si pubblicava, a Catania, una piccola rivista letteraria, «Via Lattea», diretta da Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio Fassari). La redazione era composta da Luigi Amendola, Alberto Cappi, Salvatore Cataldo, Alessandra Giappi e Renato Pennisi. Da «Via Lattea» ripropongo alcuni testi significativi.



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