lunedì 7 agosto 2023

Angelo Fasano

 DUE POESIE


ESODO


Un ramo ch'è divelto è un segno d'appartenenza:

brano a brano, in altrui mano, il mio cuore

si disfa. Mio re, cercami. I tuoi nemici hanno

infinite schiere ed io sono

finito, fuori dal tuo recinto. Fa' che

non mi abbia né il primo giorno

né l'ultima notte: volevo un sassolino

bianco, essere da te segnato in viso. Tu solo puoi,


FIGURA


L'enigma a notte svelse la mondina: cose celate in acque basse, lente.


Figura ancora immota, tu sola puoi svelarti: attenderò,

finché la brezza mattiniera soffi sulle nature a me negate

e anche se l'attesa mi sfianchi, mi sfinisca.


Miracolo sarà, sotto la gonfia luna che infiorava

se uno stelo maturo, muffito,

per noi camminerà.


E non chiedo perché non è già ora,

non è tempo (l'accadimento svela la figura attesa, ogni cosa

ha un cantuccio, lieve schisi nel moto della sfera).


Spingi avanti la ruota, cruda e dolce è la furia dell'infante.


Via Lattea, n. 11, gennaio-giugno 1993


Negli anni Novanta del secolo scorso si pubblicava, a Catania, una piccola rivista letteraria, «Via Lattea», diretta da Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio Fassari). La redazione era composta da Luigi Amendola, Alberto Cappi, Salvatore Cataldo, Alessandra Giappi e Renato Pennisi.

Da «Via Lattea» ripropongo alcuni testi significativi.


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