SOLO UN ANNO È PASSATO
Era i primi di maggio, un pomeriggio limpido
come succede in tutta la stagione una volta o due
solo un anno è passato, ma tu eri viva
e camminavi svelta per le macchie
madre com’eri viva, come parlavi forte
staccavi le vitalbe da ogni ceppo
sprofondavi nei greppi senza paura
poi risalisti con nei pugni stretti
i bei germogli verdi da cucinare
gli occhi tuoi azzurri, quelli della Fenisa
anche se alla luce sono inclini
di rado li avevo visti così chiari
la strada di quel giorno era tutta bianca
al margine dei colli, sotto i confini
s’assottiglia nei campi, quasi scompare
torna larga tra l’erbe, ma separata
dal tempo che ha sopra la sua dimora
era ormai sera, vidi l’orchidea
altissima, bagnata della luce
morbida, che arriva quando imbruna,
quante volte l’hai colta nel tuo fosso
e davanti allo specchio ti piaceva
intrecciarla un momento alle grandi ciocche
rosso-castane, che scendono alla vita
– tu non invecchi – e rido, mentre Sali
alla rossa orchidea, le stacchi piano
domani la metterai al davanzale
nel grande vaso verde che ti è caro
ora davvero sono solo
e nulla posso per il figlio lontano
ci fu un tempo felice nella casa
col padre e le sorelle, tu ci guidi
poi la vita e la morte ci disperse
rimanesti con me, ad aspettarmi
ti ringrazio madre per quei giorni.
(Luglio 1991)
Via Lattea, n. 11, gennaio-giugno 1993
Negli anni Novanta del secolo
scorso si pubblicava, a Catania, una piccola rivista letteraria, «Via Lattea»,
diretta da Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio Fassari). La
redazione era composta da Luigi Amendola, Alberto Cappi, Salvatore Cataldo,
Alessandra Giappi e Renato Pennisi.
Da «Via Lattea» ripropongo alcuni
testi significativi.
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