mercoledì 16 agosto 2023

Umberto Piersanti

 SOLO UN ANNO È PASSATO

 

Era i primi di maggio, un pomeriggio limpido

come succede in tutta la stagione una volta o due

solo un anno è passato, ma tu eri viva

e camminavi svelta per le macchie

madre com’eri viva, come parlavi forte

staccavi le vitalbe da ogni ceppo

sprofondavi nei greppi senza paura

poi risalisti con nei pugni stretti

i bei germogli verdi da cucinare

gli occhi tuoi azzurri, quelli della Fenisa

anche se alla luce sono inclini

di rado li avevo visti così chiari

 

la strada di quel giorno era tutta bianca

al margine dei colli, sotto i confini

s’assottiglia nei campi, quasi scompare

torna larga tra l’erbe, ma separata

dal tempo che ha sopra la sua dimora

 

era ormai sera, vidi l’orchidea

altissima, bagnata della luce

morbida, che arriva quando imbruna,

quante volte l’hai colta nel tuo fosso

e davanti allo specchio ti piaceva

intrecciarla un momento alle grandi ciocche

rosso-castane, che scendono alla vita

– tu non invecchi – e rido, mentre Sali

alla rossa orchidea, le stacchi piano

domani la metterai al davanzale

nel grande vaso verde che ti è caro

 

ora davvero sono solo

e nulla posso per il figlio lontano

ci fu un tempo felice nella casa

col padre e le sorelle, tu ci guidi

poi la vita e la morte ci disperse

rimanesti con me, ad aspettarmi

ti ringrazio madre per quei giorni.

 

(Luglio 1991) 


Via Lattea, n. 11, gennaio-giugno 1993


Negli anni Novanta del secolo scorso si pubblicava, a Catania, una piccola rivista letteraria, «Via Lattea», diretta da Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio Fassari). La redazione era composta da Luigi Amendola, Alberto Cappi, Salvatore Cataldo, Alessandra Giappi e Renato Pennisi.

Da «Via Lattea» ripropongo alcuni testi significativi.

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