ALCUNI EPIGRAMMI DI CALLIMACO
*
Riposa qui Càrida? "Sì, se dici
il figlio di Arimma Cireneo".
Càrida, che c'è laggiù?
"Fitta tenebra".
E il ritorno sulla terra cos'è?
"Menzogna"
E Plutone?
"Favole".
Siamo fottuti.
"Ho detto il vero, ma se vuoi
una chicca, nell'Ade
un bue grosso si compra per una lira".
*
A te, potente Eracle che ammazzasti
il leone e il cinghiale,
questo ramo di quercia offre...
"Chi?"
Archino.
"Quale?"
Il Cretese.
"Accetto".
*
L'ospite nascondeva la sua ferita
ma quanto affannato (hai visto?)
gli usciva il respiro dal petto
quando bevve il terzo bicchiere.
E le rose disfogliandosi
dalla sua corona finirono tutte a terra.
E' innamorato cotto. E per gli dèi
non faccio congetture a caso:
ladro riconosco i passi del ladro.
*
Per Pan, qui c'è un fuoco nascosto, qui c'è
fuoco sotto la cenere, per Dioniso.
Non sono forte, non abbracciarmi:
spesso un fiume tranquillo segretamente
smangia il muraglione, e anche ora, Menèsseno,
temo che s'insinui e silenziosamente
mi smangi gettandomi nella passione.
*
"Scappa, Menècrate, o sarai preso"
dissi il venti di maggio.
E a giugno che giorno era?
Era il dieci, e da sé venne il bove
sotto l'aratro. Bene, tutto bene, per fortuna
e di quei venti giorni non mi lagno.
*
Puoi dirlo, straniero. Nella parte di Panfilo
sono testimone effettivamente comico
delle conquiste di Agoranatte Rodio:
non sembro infuocato d'amore, sto a metà strada
tra un fico infornato e una lucerna d'Iside.
Via Lattea, n. 10, Luglio-Dicembre 1992
Negli anni Novanta del secolo scorso si pubblicava, a Catania, una piccola rivista letteraria, «Via Lattea», diretta da Benedetto Macaronio (direttore responsabile era Claudio Fassari). La redazione era composta da Luigi Amendola, Alberto Cappi, Salvatore Cataldo, Alessandra Giappi e Renato Pennisi. Da «Via Lattea» ripropongo alcuni testi significativi.
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