venerdì 12 gennaio 2024

Fabio Ciriachi

 LE STANZE ESTIVE

 

Dice che è per l’incognita del luogo

lontano dal posto delle fragole,

o forse per l’incuria del mercato

(quello rionale, s’intende, non l’altro).

Chissà se esiste ancora una donna

che fa rammagliare le calze, che va

a proprio agio nella gonna a pieghe?

Esclusa ogni immagine materna

resta l’indovinello della sera:

“Lo sai dove si trova quella ch’era

sensibile alle essenze, alle spore?

Non il cardo mariano o l’elicriso

ma quella polvere che curavate

guardando fra le lamine di luce

nei pomeriggi dei promessi abbracci?

E dove vivono le stanze estive

in cui amanti coglievate l’ora?”.

Doveva intravedere il compimento

per sapersi a sua volta nel percorso

e non vale il valzer dei ricordi

sottratti al giogo della rimozione,

è tutto quanto il tempo concepisce

nel breve tratto della comprensione

così perfetto, quasi abbandonato:

i pianti dentro il cavo delle mani

e la nenia con cui i venditori

curavano le stecche degli ombrelli

il filo delle lame dei coltelli.


da Tempo, soltanto tempo, Il Labirinto 2023

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