mercoledì 11 settembre 2024

Alessandro Ricci

 PER UN GRAVE ERRORE STRATEGICO

 

Il tribuno dei militi, così

per dimostrare alle povere

anime della legione accerchiata

che pure lui non credeva

nello scampo, decise di nuocersi

nel modo doloroso che s’aspettavano

tutti.

        Scartata la morte socratica,

regalò il veleno alla sua etèra,

in cambio di una notte da solo.

 

Il paesaggio lunare ignoto

e ripugnante – urla

e tamburi geti là

nella selva di ghiaccio –

non parve adatto a un canto

d’addio, né ricco ogni grande

epilogo di tragedia

che ricordava.

 

Il tribuno dei militi

non amava alcuna (moglie

o altra nell’urbe) al di là

dei confini della pelle, come

– sbiadita memoria – gli era

una volta accaduto, né

sé medesimo, forse proprio

per questo.

 

Udì fra le tende fuori

i lamenti delle reclute

e i silenzi dei veterani:

si preparava la mano d’ogni schiavo

al colpo destro

alla gola, la carne delle puttane

al penultimo atto.

 

«Se il sapere ci diminuisse

come una sottrazione, che altro

dovrei conoscere se non le vele,

i voli d’una flottiglia omerica

in vista di Libia o Egitto,

io soldato di continente,

d’oscuri e gelidi fiumi?

Io a ridurmi con bizzarrie

africane, ad ammazzarmi

ci pensino loro,

i miei selvaggi avversari».

 

E così, fattasi aprire

la porta del campo da una guardia

ubriaca e tremante, pensando

ad aironi rosati su grandi

e cocenti acquitrini, a dune

amorose e cedevoli,

uscì,

nel buio più inferocito

dei timpani

incontro al nemico...


da Tutte le poesie, Europa Edizioni, 2019


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