Il prossimo
venerdì, 18 novembre, è il centenario della nascita di Attilio
Bertolucci. Voglio ricordarlo dedicandogli questa settimana: oggi con
una mia poesia a lui ispirata e mercoledì e venerdì con due sue
poesie dedicate a Roma, tratte da Viaggio
d’inverno,
uno dei più bei libri di poesia di fine Novecento.
OMBRE
per A. B.
“Io
dove vado poi che m’allontano
da
voi nell’ora temperata e quieta
della
sera? Con passo svelto elastico
(di
voi chi m’accompagna ombre perdute?)
dove
sono diretto mentre il silenzio
nella
mia mente aggroviglia un nodo
di
pensieri dolenti e irragionevoli
che
invece di frenarmi mi sospinge
più
avanti verso il buio della notte
quindi
dove la notte si schiarisce
nel
chiasso cittadino che ingombra
le
piazzette notturne e le feconda
poi
che nessuno più m’attende o cerca
o
domanda notizie o le dispera?”
Per
quale porta o suburbano varco
il
tuo cuore spaurito fuggirà
dalla
crescente onda che l’incalza
e
ne minaccia al polso il sordo battito
costante
anche se l’ansia lo sfida
e
ne accelera il ritmo se avrai
attraversato
in tempo la palude
limacciosa
del sonno e dei suoi incubi
e
sarai sceso a ristorarti all’acqua
Marcia
dietro le mura alte e sovrane
della
santa città che è silenziosa
e
solitaria come te, eremita
che
vai ora per vie nuove ma antiche
già
prima d’intraprendere il cammino?
Da Lezioni
di respiro, Il Labirinto, 2003
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