L’ECO
DI PIOMBO
Come
serbare – c’è un modo, o proprio nessuno, in nessun posto noto,
nodo o spilla,
nastro o stringa, laccio o gancio, chiave o chiavistello per serbare
la
bellezza, preservarla bellezza, la bellezza, la bellezza… dal
rapido svanire?
Oh,
non c’è modo di lisciare le rughe, quelle profonde rughe in riga?
di
scacciare con un gesto quei luttuosi messaggeri, silenziosi
messaggeri, quei tristi e
furtivi messaggeri di canizie? –
No,
non c’è nessun modo, nessuno, no, non ce n’è uno,
né
ancora per molto, come ora, potranno dirti bella,
per
quanto tu faccia, per quanto, sì, per quanto potrai fare,
e
è saggio ben presto disperare:
perciò
inizia; perché no, non c’è niente da fare
per
tenere a bada
l’età
coi malanni dell’età, la canizie dei capelli,
pieghe
e rughe, il mancare e il morire, della morte le cose peggiori, sudari
tombe e vermi,
cedendo alla corruzione;
perciò
inizia, su inizia a disperare.
Non
c’è modo, non c’è, no, non ce n’è uno,
perciò
inizia a disperarti, disperati, dispera
dispera
dispera dispera.
(1882)
da The Poems of Gerard Manley Hopkins, Oxford University Press, 1970
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