I camaleonti si cibano di luce
e d'aria; amore e fama sono il cibo
dei poeti: se i poeti potessero,
in questo vasto mondo di pena,
anche loro trovarlo senza tanta
fatica - muterebbero mai come fanno
i camaleonti mutevoli che accordano
il loro colore ad ogni raggio
di sole, almeno venti volte al giorno?
Sono i
poeti sulla gelida terra
come
sarebbero i camaleonti, nascosti
dalla
nascita in una grotta marina;
dove è la
luce cambiano colore
i
camaleonti: così i poeti dove
non è
l’amore. Poiché è amore
camuffato
la fama – e se pochi
l'uno o
l’altra raggiungono, non giudicate
strano
questo anelare dei poeti.
Ma non
osate macchiare con ricchezza
o potere la
mente celestiale,
libera di
un poeta: se i luminosi
camaleonti
si nutrissero d’altro
che di
raggi e di vento, diventerebbero
subito
terreni, come i loro fratelli
ramarri.
Figli di una più fulgida
stella,
spiriti che venite da oltre
la luna,
rifiutate quei favori!
Traduzione
di Gianfranco Palmery
Da Alla Notte e altre poesie, Il Labirinto, 2002
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