Il 22 gennaio del 1990 moriva Giorgio Caproni. Vogliamo ricordarlo con questa poesia di Domenico Adriano.
UN
INVERNO MALEDETTAMENTE
...in
quest’ora tristissima tanto più
tale
mentre il sole di quest’inverno
maledettamente
sereno inonda la
parte
di Roma, città del nostro
volontario
esilio...
A. B.
Un
inverno maledettamente
sereno.
E Bilenchi
ci
ha lasciati, e Sciascia... Senti
mio
caro Attilio
ora
l’amico Caproni
vuol
farci credere che il suo
viaggio
è terminato.
Sì,
è vero,
non
ho guardato il nome
della
stazione, e a lungo
ci
siamo salutati: ma ti assicuro
che
il treno è ripartito, mentre i suoi occhi
urlavano
di boschi, di marine...
Allora
non so perché
sono
fuggito. E mi credo
invisibile,
pari
al
grande cappello
che
m’ha fatto il vento
su
misura, allo spuntar del giorno.
Non
so, Attilio, perché
ma
sono fuggito al mercato.
«Non
piove, non piove!»,
improvvisa
m’ha accolto
la
voce di Maria
che
sempre mi regala
il
prezzemolo. (A lei
non
è sfuggito
il
lutto del mio copricapo).
Ho
comprato uova,
carote,
arance...
«Tutto
un fiasco di vino!...»
ora
sillaba Maria
a
me, al vento che fa solo
vento.
«Ieri
quasi
pioveva, e alle prime
gocce
mio fratello
com’era
allegro. Un intero
fiasco
di vino
s’è
bevuto! E poi
non
è più piovuto!
Ubriaco!
Ubriaco e senz’acqua!»
Da
Bella
e Bosco,
Stamperia dell’Arancio, 1995
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