ESITAZIONE
Tanto
per cominciare c’è
l’esitazione
messa
in scena
in
un ventoso pomeriggio
allo Zoo di Kyoto da uno
struzzo
di fronte all’offerta
di un pretzel:
un
accostarsi
color
rosa su due dita
allo
steccato,
per
fissare sul bambino
timoroso
lo
sguardo dilatato, inferocito
del
fustigatore nato,
mentre
il tubo a spirale del collo
gli
trema per tutto il tempo,
perché anche l’uccello ha paura….
L’esitazione
ci mette
in
rapporto col ratto sfregiato
mentre annusa famelico
la
finestra rotta della cantina;
altrove, col ragno striato
e
cauto mentre con
imparziale, sinistra
agilità
avanza
di fianco fatalmente
verso
quel dondolio nella tela
che
può voler dire preda, ma
anche predatore.
L’attrazione
comune a tutte
le
cose soggette a una forza
contraria – come nell’incerto
debolissimo
fischio di un
bollitore che si scalda, o nel-
l’oscurato
sepolto momento
in
cui
un nubifragio è sicuro
ma
niente, neppure una goccia,
si versa ancora, oppure l’avanzare
millimetrico
sottilissimo della fessura
lungo
il muro di granito del canale –
unisce il nostro comico struzzo
col
collo a pretzel,
così
lontano
da casa, con la
spinta
dirompente, pericolosa di una pedina
dalla
parte del re: l’avanzata
di una semplice casella lungo il bordo
della
scacchiera, una mossa
comunque azzardata solo dopo
lungo
rimuginare dentro
le
viscere miniaturizzate
di
un gran maestro computerizzato.
Perché
pausa unisce pausa,
o perlomeno lo farà per quelli
desiderosi
di sentire che anche
queste
cose succedono con un minimo
di riluttanza, che non cadono
–
come
un carico, a peso morto
–
giù, giù solo per collisioni
programmate,
costrette per sempre
nell’angusto percorso
di
una rigida causalità… ma ogni
pressante
secondo conoscono
secondi
pensieri, e un dubbio
che
diventa desiderio:
se
non siamo liberi
vorremmo
esserlo.
Traduzione
di Aldo Rosselli e Nail Chiodo
da
Between Leaps – Poems
1972-1985, Oxford University
Press, 1987
Nessun commento:
Posta un commento