lunedì 19 dicembre 2011

Brad Leithauser


ESITAZIONE

            Tanto per cominciare c’è l’esitazione
messa in scena in un ventoso pomeriggio
     allo Zoo di Kyoto da uno
struzzo di fronte all’offerta
     di un pretzel: un accostarsi
color rosa su due dita allo steccato,
     per fissare sul bambino timoroso
           lo sguardo dilatato, inferocito
     del fustigatore nato,
mentre il tubo a spirale del collo
gli trema per tutto il tempo,
      perché anche l’uccello ha paura….

            L’esitazione ci mette
in rapporto col ratto sfregiato
     mentre annusa famelico
la finestra rotta della cantina;
     altrove, col ragno striato
e cauto mentre con
     imparziale, sinistra
            agilità avanza
     di fianco fatalmente
verso quel dondolio nella tela
che può voler dire preda, ma
     anche predatore.

            L’attrazione comune a tutte
le cose soggette a una forza
     contraria – come nell’incerto
debolissimo fischio di un
     bollitore che si scalda, o nel-
l’oscurato sepolto momento in cui
     un nubifragio è sicuro
            ma niente, neppure una goccia,
     si versa ancora, oppure l’avanzare
millimetrico sottilissimo della fessura
lungo il muro di granito del canale –
     unisce il nostro comico struzzo

            col collo a pretzel, così
lontano da casa, con la spinta
     dirompente, pericolosa di una pedina
dalla parte del re: l’avanzata
     di una semplice casella lungo il bordo
della scacchiera, una mossa
     comunque azzardata solo dopo
            lungo rimuginare dentro
     le viscere miniaturizzate
di un gran maestro computerizzato.
Perché pausa unisce pausa,
     o perlomeno lo farà per quelli

            desiderosi di sentire che anche
queste cose succedono con un minimo
     di riluttanza, che non cadono
come un carico, a peso morto
     giù, giù solo per collisioni
programmate, costrette per sempre
     nell’angusto percorso
            di una rigida causalità… ma ogni
     pressante secondo conoscono
secondi pensieri, e un dubbio
che diventa desiderio: se non siamo liberi
     vorremmo esserlo.


Traduzione di Aldo Rosselli e Nail Chiodo

da Between Leaps – Poems 1972-1985, Oxford University Press, 1987

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