IL NATALE
CADEVA A PERPENDICOLO
Scrutiamo
nell’aldilà e nella vista
alibi
all’inconcludenza dei fili
di Natale,
qualcosa di energico e mortale
passione
che non si comprende,
desiderio
di ordine di legge e di euforia
ma non
avevo nomi per il mio piano divino
per
l’ordine che vacillava,
il Natale
si faceva stretto come un tunnel di mare
che
avidamente voleva risposte
ma non
c’era più, qualcosa agiva.
Il Natale
cadeva a perpendicolo
in una gola
affranta e affamata:
in tutto
questo amore ti volevo come si vuole
l’ostia
benedetta,la fame, la sete
ti volevo
in quello stato d’assedio
che sceglie
la legge sacra.
Purezza non
c’è più negli uomini, solo musica caffè, facce perbene,
perché
fumavo ancora perché rischiavo
perché il
destino non si rivelava.
Telefonare
a questo – telefonare a quello – ma non siamo pronti!
Pigiare il
pedale, comprare pigiami
e poi la
cassetta automatica di Mozart
Mozart
l’angoscia, il varco, l’essenza di rose
e valico
sulla morale degli uomini –
Il male non
è perfetto, il bene non è perfetto
angoscia e
sudore: nude gambe, male, schiena
candore e
frenesia, purificate!
Da Epoca
immobile, Jaca Book, 2003
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