SWIMMING
POOL
La
mezzaluce
sfera
soffiata di perla.
Il
volgersi degli archi
nella
sera.
E
tu, mio giorno,
chiazza
di sangue animale.
Il
buio affonda reti.
Anch’io
getto scandagli
urto
allo stesso vetro.
Tenta
più calmi ormeggi
la
memoria divisa
dal
suo ramo.
E
tu, mio giorno,
tronco
radice foglia.
Giro
di boa
che
doppio
lasciandomi
dietro
un
tempo
tra
scatti e silenzio.
Lo
swimming
pool
si accende
rettangolo
azzurro
sul campo che fumiga inverno.
E
tu, mio giorno,
aperto
melograno
rappresa
verginità
sui
vetri delle serre.
Non
dà eco la stanza.
«
Di qua. Venga di qua ».
E
tu, mio giorno,
alzata
città fino agli astri.
Non
dà eco la stanza.
«
Il babbo è come il tempo.
Ha
scatti ».
E
tu, mio giorno,
tacita
radura.
«
È odore tra legna
e
limoni.
A
volte pare acqua ».
E
tu, mio giorno,
indistinto
tramite
barca
viandante
uccello
migratorio
inquieta
giuntura
che
cede.
«
Il babbo è come l’aria,
il
tempo ».
E
tu, mio giorno,
fiamma
di scaglie spina
acuta
trafittura.
1o
novembre 1967
Da
Le
posate sul piatto,
Edizioni Salvatore Sciascia, 1978
Sono belle, belle, le tue scelte. Suscitano gioie nascoste. Sorprendono.
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